FENOMENOLOGIA DEL DESUETO

"Non perdo quota né mi abbasso
anzi mi addolcisco
scalando il profondo"

Monday, May 30, 2011

"Margate Shell Grotto”- La Grotta delle Conchiglie (I)

“Margate Shell Grotto”- La Grotta delle Conchiglie presso Margate, Kent, UK


E’ più di una semplice grotta artificiale.

Un percorso sotterraneo, scavato secoli fa nella tenera roccia calcarea, si snoda nel cuore della terra, interamente rivestito da splendide conchiglie. Ben 4,6 milioni (sic)di conchiglie marine, di diverse fogge e dimensioni, sono fissate alle pareti calcaree della grotta da mano misteriosa a comporre raffinate e suggestive decorazioni: linee dolcemente arcuate o spirali vorticose disegnano i 190 m2 delle pareti con motivi misteriosi e impenetrabili nel loro senso ultimo. Molti parlano di richiami all’antico Egitto e all’Oriente: l’Albero della Vita, stelle a tre punte, il sole, la luna, divinità femminili sembrano popolare questo enigmatico mosaico, rilucente di madreperla ma allo stesso tempo “oscuro”.

Un tempo, il segreto visitatore sarebbe stato ammaliato persino dal cromatismo della superficie decorata, dal momento che ancora oggi i gusci dei molluschi , che sono stati soggetti ad un irreversibile sbiadimento con il passare degli anni, recano ancora traccia della naturale colorazione.

E di tempo ne è passato da quando, nel 1835, mentre tentava di scavare un laghetto per le anatre, James Newlove, assieme al figlioletto Joshua, scoprì uno strana apertura nel terreno, in cui si avventurò pericolosamente il piccolo: fu così scoperto il passaggio dalle pareti ricoperte da conchiglie, al termine del quale si trovava una camera contenente una sorta di altare. Newlove si rese subito conto del potenziale economico della scoperta e dal 1937 aprì al pubblico (a pagamento, s’intende) Margate Grotto.



Ma a quando risale Margate Grotto? E’ un vero mistero...(CONTINUA)

 Apertura circolare situata sulla cupola (che sfiora il livello del suolo) da cui, in occazione del solstizio d'Estate, entra un particolare fascio luminoso


Friday, May 20, 2011

L'Ultimo respiro di Edison

Alla prima lettura vi potrà apparire una bufala, ma non lo è; d'altronde, non di rado, la fantasia supera l'immaginazione più fervida.
E' conservata presso l'"Henry Ford Museum"(http://www.thehenryford.org/museum/index.aspx ) una curiosa "reliquia": l'ultimo respiro di Thomas Alva Edison. Esalato nel 1931, raccolto e sigillato con paraffina in una provetta dal figlio Charles, l"Edison's last breath" venne successivamente inviato all'amico Henry Ford.
Un legame di reciproca stima e riconoscenza legava i due pionieri della tecnica; Edison era stato un punto di riferimento per il più giovane Ford, il quale, dopo aver lavorato presso le officine Edison di Menlo Park come ingegnere capo, ne divenne anche sodale.
La provetta è stata ritrovata nella residenza di Henry Ford nel 1950, dopo la morte della moglie, e negli anni 70 esposta nel museo a lui dedicato,  situato a Dearborn, poco fuori Detroit, nel Michigan.
In merito alla curioso cimelio circolano alcune leggende, legate principalmente all'interesse esoterico e spiritistico di Ford, (peraltro interesse largamente diffuso all'inizio del '900): Ford avrebbe chiesto al figlio di Edison di raccogliere l'ultimo respiro esalato, supponendo di poter preservare, in  una qualche forma, anche l'anima del celeberrimo inventore.
Addirittura qualcuno ventila l'idea che Ford fosse coinvolto in qualche tentativo, degno del Dr Frankenstein, di ricreare la vita in laboratorio (o più semplicemente rievocare, aggiungo io, l'anima dell'amico in qualche seduta spiritica?)

In realtà, come dichiarò Charles Ford:

"Though he is mainly remembered for his work in electrical fields, his real love was chemistry. It is not strange, but symbolic, that those test tubes were close to him at the end. Immediately after his passing I asked Dr. Hubert S. Howe, his attending physician, to seal them with paraffin. He did. Later I gave one of them to Mr. Ford."

Dunque nessuna provetta fu mai accostata alla bocca di Edison, anche se, simbolicamente, è innegabile che questa provetta (dunque una delle tante) contenga l'essenza di Edison, sotto qualche forma.

Da aggiungere che nella Tenuta di Edison, tra l'altro, sono conservate una quarantina di provette. E se anch'esse contenessero parte dell'ultimo respiro di Edison?






Wednesday, May 18, 2011

GLOBAURA ESCE DALLA SCATOLA DI LATTA

Con un certo timore, ma senza paura. Abbattuta, ma a testa alta.




Ho riflettuto più volte, specie in questa pausa di permanenza nella “latta”, sul senso di questo povero et umilissimo blog seguito da pochissimi viandanti del web.


Viandanti”, ma sarebbe meglio dire, se non fosse scontato ed in uso nel linguaggio comune , “naviganti”, che approdano su queste mie pagine alla ricerca di qualche informazione utile, o semplicemente perché sono finiti fuori rotta.


Qual è stato l’esito delle mie riflessioni? Sono uscita dalla scatola di latta. Da una di quelle scatole antiche, come quella di Mucha contenente Gaufrettes alla vaniglia della Lefevre-Utile (1897); una di quelle latte che un tempo hanno riempito gli occhi e gli stomaci di ridenti compagnie raccolte attorno ad un tavolino da thè, in atmosfere d’altri tempi; una di quelle scatole che hanno poi dovuto abbandonare la peculiare funzione di allietare le ore per un più umile servigio: accogliere rocchetti di filo, aghi e bottoni. Qua e là, un po’ di nastro di gros grain, di falpalà.


Sono uscita; sono riuscita.
http://www.casadellescatole.org/